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Crocevia nella storia di Treviso
Nel cuore di Treviso, la Chiesa di San Francesco ha attraversato i secoli distinguendosi come un elemento cruciale nelle vicende storiche, artistiche e religiose della città. Ha superato innumerevoli impedimenti, inclusi eventi tragici, adattandosi costantemente e giungendo fino a noi arricchita di un rinnovato valore devozionale, storico e artistico.

I primi Frati Penitenti, inviati da Francesco stesso dopo il suo passaggio, giunsero a Treviso già nel 1220. Secondo il loro costume, si stabilirono in un luogo solitario vicino al lazzaretto e al fiume Cagnan, in prossimità di una piccola chiesa mariana. Qui guadagnarono presto la simpatia della gente trevigiana, un affetto che crebbe ulteriormente con la fama di sant’Antonio di Padova, morto nel 1231 e canonizzato in meno di un anno.
Nonostante non si conosca l’esatta data d’inizio dei lavori per il nuovo edificio intitolato a San Francesco, sembra che la zona del convento sia stata completata per prima o in parte. La costruzione della chiesa terminò probabilmente nell’ultimo decennio del XIII secolo, dato che nel 1294 fu già predisposto il campanile.
L’architettura della chiesa è un affascinante esempio di transizione tra il romanico e il primo gotico, con una pianta a croce egizia. Nel corso dei secoli, la chiesa ha affrontato numerose traversie: subì un incendio nel 1386, fu sede di studi teologici e del tribunale dell’Inquisizione, e accolse cappelle gentilizie e sepolcri. Per le sue pregevoli pitture e sculture, fu un vero scrigno d’arte, tanto da essere definita il “Pantheon di Treviso”. Purtroppo, tutto ciò andò perduto o distrutto nel 1797, quando l’esercito napoleonico la trasformò in caserma, ospedale militare e persino stalla per i cavalli. Alle vicissitudini napoleoniche seguirono quelle dei governi austriaco e italiano (1814-1866), che adibirono la grande navata centrale a magazzino militare a tre piani, suddivisi da impalcature. Nel 1816, anche il campanile del 1408 (che aveva sostituito l’originale del 1295) fu abbattuto per problemi strutturali.
Solo nel 1920, alla fine della Prima Guerra Mondiale, il demanio cedette chiesa e convento al Comune di Treviso. Dopo un meticoloso restauro, il 4 ottobre 1928, giorno della solennità liturgica di San Francesco, il complesso fu restituito al Vescovo di Treviso, riconsegnato a noi Frati Minori Conventuali e finalmente riaperto al culto. In seguito, la chiesa fu ulteriormente abbellita con l’introduzione di opere d’arte, come due affreschi staccati di Mario Botter e un crocifisso ligneo di fine Seicento donato dai frati di Camposampiero. Nel 1935, ciò che rimaneva dell’arca di Pietro Alighieri, figlio di Dante, proveniente dall’ex chiesa di Santa Margherita, fu ricomposto e collocato sulla parete settentrionale del transetto.
